Sei sicuro di respirare bene mentre pratichi Yoga?

La domanda sembra banale, ma non lo è affatto. Per molti di noi occidentali, il diaframma è una delle aree più contratte del corpo, a causa di abitudini posturali scorrette (come stare seduti a lungo con il torace chiuso), di problemi viscerali che limitano l’espansione dell’addome e di tensioni psico-emotive che inibiscono un respiro fluido. In occidente, infatti, manca una vera cultura del Respiro: cresciamo senza imparare a riconoscere e a liberare il movimento naturale del diaframma.
Anche tra i praticanti di Yoga, molti non riescono ad adottare una respirazione profonda e corretta nella vita quotidiana, per cui durante le Asana o nelle sequenze più fluide, il respiro può diventare forzato, abbozzato o persino sacrificato in favore della “performance” fisica. In teoria, dovremmo usare l’onda respiratoria come motore ritmico e guida interiore di ogni movimento; in pratica, se il diaframma è già contratto e non conosciamo l’anatomia interna, finiamo col respirare in modo superficiale senza migliorare davvero la nostra condizione.
Pensa invece a quanto sarebbe arricchente conoscere la fisiologia del respiro, comprendere come muscoli e fasce interagiscono tra torace e addome, e allenare il diaframma in modo specifico. In questo modo, le Asana sorgerebbero spontaneamente dal respiro, che rimarrebbe il fulcro della pratica. L’attenzione costante all’inspirazione e all’espirazione rallenta i pensieri, riduce le distrazioni esterne, favorisce il rilascio di tensioni fisiche ed emotive e rende più naturale quell’arresto delle “fluttuazioni della mente” di cui parla la tradizione yogica.
Approfondire l’anatomia e imparare a percepire la mobilità dei tessuti interni potenzia qualunque stile di Hatha Yoga, dai metodi più dinamici come Ashtanga Vinyasa o Vinyasa Flow a quelli più statici come Iyengar Yoga, oltre a essere fondamentale per comprendere i Bandha (il controllo dei diversi diaframmi corporei) e per accedere ai Pranayama in modo più consapevole. Una pratica basata su un respiro profondo e sciolto aiuta anche a vivere meglio le meditazioni come Vipassana, aumentando la capacità di osservazione di sé e la stabilità emotiva.
Sarebbe auspicabile che, fin dalle prime lezioni nelle scuole di Yoga, si introducesse una formazione di base sull’anatomia del corpo e sulle relazioni fascia-muscolo-viscere connesse al respiro. Così, i principianti (e non solo) imparerebbero a valorizzare il diaframma, rendendolo protagonista dell’esperienza yoga e della vita di tutti i giorni.